Pensatoio
Perchè una persona, un lettore, si lega di più ad un libro piuttosto che ad un altro?
Perchè ci rispecchiamo di più in un protagonista,
in una fanciulla che incappa nell'uomo crudele,
in una ragazza che lotta contro un amore malato ed ossessivo,
in un brigante che percorre la via della redenzione?
Perchè certe immagini, ci scuotono nel profondo?
O più semplicemente: tramite il racconto, l'autore, voleva mettere in risalto una tematica ben precisa?
Ecco, il Pensatoio nasce proprio per questo.
Per entrare all'interno del libro,
per riportare a galla dei ricordi,
per sottolineare delle tematiche narrate nelle storie lette.
La Saga del Cacciatore
La Custode dei Peccati
Dentro "La Saga del Cacciatore" - Di Massimo Tagino
I personaggi di questo libro li ho amati praticamente tutti.
Ma vorrei parlare di Aris e An Mauler.
Iniziamo dall'elfo, Aris.
Sarà un po' la concezione che ormai, a seguito di Tolkien, abbiamo degli elfi.
Sarà che ce li immaginiamo sempre perfetti, valorosi, veloci, letali.
Sarà quel che sarà.
Aris è un po' l'anti-elfo, nonostante sia un elfo.
E' l'abbandono dei canoni classici, è un guerriero che, forse forse, così guerriero non voleva essere.
Un essere perfetto carico di imperfezioni e intrappolato nello stereotipo.
Una gabbia creata dal mondo, dove se sei un elfo devi avere un viso perfetto, devi essere un guerriero letale, capace con un colpo solo di uccidere un qualsiasi nemico, senza remore, ripensamenti e dubbi.
Vedo molto in lui, quello che il mondo pretende dall'uomo.
L'abito che, a discapito della vera volontà e personalità, una persona si ritrova cucito addosso.
Un uomo, un elfo, che nonostante i suoi dubbi si trova intrappolato in una vita ed in una visione che non sente sua e a cui non riesce a sottrarsi.
Un essere che dovrebbe essere forte ed imperturbabile, ma che in realtà è carico di dubbi e debolezze.
Una debolezza sottovalutata, non vista dal mondo che spinge l'elfo a sentirsi "bene", libero, solo alla fine del suo percorso.
Il "dovrebbe" ma "non è".
Un personaggio tragico però reale.
Una condizione che chissà quanta gente affronta e che troppe volte il mondo sottovaluta o "nasconde".
An Mauler.
An Mauler è un altro personaggio veramente ma veramente bello.
Se fosse il lupo a raccontare la storia di "Cappuccetto Rosso"?
Lo vediamo come il cattivo perchè ha l'aspetto del cattivo, ma i suoi occhi? Il suo vero io?
Una riflessione sull'andare sempre a fondo, di cambiare prospettiva, di capire il perché.
La recensione completa la potete trovare qui
Recensione La Saga del Cacciatore- Alba - Sorex
Recensione La Saga del Cacciatore - Alba - Erin
Dentro
Le tematiche trattate in questo libro, sono molteplici.
La protagonista, la Mangiapeccati, è una ragazza cresciuta in povertà, rimasta sola e condannata.
Le immagini della divisione della città: dal pomposo castello alla puzza nauseante della periferia più povera, aiuta a immergerci nella mentalità dell'emarginazione sociale.
Lo stesso stile di scrittura, in prima persona e con gli occhi della protagonista, aiuta a immedesimarci in lei.
Una ragazza sola, diventata una Mangiapeccati perchè tanto "nessuno potrebbe mai reclamare ed opporsi", emarginata e condannata prima per la classe di appartenenza e poi per essere donna.
La protagonista non sa leggere, non sa scrivere, non può parlare, deve subire il suo destino.
Il tutto è magicamente sottolineato tramite i pensieri, le difficoltà.
Il lettore è la protagonista ed entra nei suoi panni in tutto e per tutto.
La fede è un altro tema molto trattato nel racconto.
La religione è chiamata: Creatorismo. Il Creatore è colui che impone la maledizione alla Mangiapeccati.
Le credenze popolari, la caccia agli eretici, la stregoneria, i riti Creatoristi al limite dell'eretico.
Uno spaccato, mascherato da periodo storico alternativo, dell'epoca elisabettiana.
I nomi stessi delle figlie del re, rimandano in maniera più o meno velata, a quel periodo:
anzichè Maria ed Elisabetta, nel libro troviamo Maris e Bethany.
La figura della Mangiapeccati è magnificamente tragica, realmente esistita e poco conosciuta.
Oltre alla donna emarginata, si susseguono altre piccole storie di latitanti, "reietti" della società.
Finchè la protagonista non prende in mano le redini della propria vita, si respira un clima di solitudine, di non appartenenza, di essere vissuti e non vivi.
Appena May (il vero nome della Mangiapeccati) capisce che le regole imposte si possono piegare e possono essere giocate in suo favore,
appena capisce che non è lei ad essere maledetta, ma la maledizione,
appena realizza che non è lei a dover aver paura ma è lei da temere;
il peso sulle spalle si solleva magicamente.
La "donna reietta", muta, condannata, può avere una famiglia, degli amici, uno scopo.
Diversi? Forse per la società irrigidita dalla religione e dal tempo
Ma alla fine, tra "diversi" non si è uguali?
Ecco allora l'incontro con tanti emarginati differenti: Prostitute, attori ambulanti, lebbrosi, malati, credenti ad altre religioni.
Ecco la rinascita della Mangiapeccati.
Ecco il primo passo di emancipazione della donna, in un'epoca dove serviva unicamente a procreare, subire e sopportare.
Ecco un'eroina che, sotto agli abiti elisabettiani, ai tatuaggi sulla lingua, ai marchi, cela una donna, un'emarginata moderna e contemporanea.
La recensione completa, la potete trovare qui
Recensione La custode dei Peccati - Erin
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